mercoledì 12 novembre 2014

HISTORY: colonie spaziali e movimenti indipendentisti


La razza umana è portata per sua natura a espandere il proprio territorio. Questa sua indole, simile a una sorta di istinto, nel corso della storia ha assunto forme differenti, dal pacifico commercio con territori adiacenti a conquiste ottenute tramite il ricorso alla forza militare. Un esempio di tutto ciò sono le colonie, ove oltre ai numerosi casi di conflitti bellici è possibile imbattersi in episodi di interventi economici pacifici. 
La creazione e il mantenimento delle colonie non solo sono stati segnati da incidenti, ma hanno anche sollevato problematiche a livello sociale. Per tali ragioni il loro numero è diminuito nell’ultimo periodo del vecchio secolo. Ma la razza umana, lanciata verso l’Universal Century, ha deciso di rilanciare il colonialismo in una nuova veste, quella spaziale. 
Nuovi mondi creati nello spazio, punto cardine della politica coloniale spaziale messa in atto dal Governo Federale Terrestre al fine di risolvere i problemi di sovrappopolazione (nell’U.C. 0001 la popolazione supera i 90 miliardi di persone) e ambientali terrestri, particolarmente sentiti nella società di fine vecchio secolo. 
Potrebbe forse risuonare strano l’uso del termine colonia sotto il controllo della Federazione Terrestre, che viene creata per risolvere le controversie sorte tra Stati. Ma la differenza determinante rispetto alle colonie basate sulla politica imperiale è che non si tratta della fondazione di stati satellitari o di stati coloniali in territori stranieri (tra l’altro la Federazione Terrestre, consistendo in una unione di tutti gli Stati terrestri, non contempla nemmeno l’idea di territorio straniero), ma della realizzazione di vasti territori artificiali nei punti di Lagrange dell’orbita lunare, dove nessuna organizzazione né Stato possono vantare alcun diritto di possesso. 
Per questa ragione, contrariamente a quanto avvenuto in occasione delle migrazioni che precedono l’Universal Century, non vi sono spargimenti di sangue dovuti a conflitti tra immigrati e popolazioni autoctone, semplicemente perché queste ultime non esistono. 
Nonostante ciò, col passare del tempo, gli abitanti delle colonie fisicono per essere trattati come extraterrestri da coloro che abitano la Terra. 
Le colonie avrebbero dovuto essere la nuova frontiera, priva di legami con la storia del passato fatta di odiosi spargimenti di sangue. Ma la storia si ripete… Analogamente alle colonie vecchio stile, che issarono lo stendardo della rivolta nei confronti degli Stati sovrani, anche tra le nuove colonie compaiono movimenti indipendentisti. È il caso di Side 3, il gruppo di colonie realizzate dal lato oscuro della Luna, il punto di Lagrange L2. L’esistenza di un nuovo habitat collocato nel vuoto spaziale – impegnato ad autoprodurre alimenti, acqua e persino l’aria da respirare – sommata all’estrema lontananza dalla Terra, costituisce un terreno fertile per la crescita di un forte spirito di indipendenza. È dall’incontro di simili condizioni con quello che è considerato il più grande pensatore dell’Universal Century, Zeon Zum Deikun, che prende l’avvio il movimento di indipendenza delle colonie dalla Federazione Terrestre. È l’U.C. 0058. Sono passati più di cinquant’anni dall’inizio della migrazione spaziale e si è giunti all’epoca in cui è normale nascere e morire nello spazio.

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